Dalle tende, dalle pietre,
da te solo volendo rinascere,
con altri otto hai assecondato il destino.
Di te padre, dalla piana
hai fissato il canale, dell’imbuto
interrogando le ombre, il margine
che più della terra dell’uomo
sempre propaga il cammino.
L’incarnazione nel compimento.
La resa ragione di sé-
e della propria speranza.
Amore che ti ha pensato,
che ti ha custodito tra uomini e donne;
di uomini e donne, nella buona
e nella cattiva sorte, nell’assenza
e nella presenza. Virgulto
che poi hai tentato, a cui ti sei appeso
come anello a tracciare il confine
del giardino che deve restare sacro,
muto e ignoto ragazzo la cui bracciata
è mancata, la cui statura s’è rotta
nella rena coperto da insetti.
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